Per molto tempo, misurare la distanza precisa degli oggetti celesti è stato un obiettivo importante e una delle sfide più grandi affrontate dagli astronomi. Ora, in uno studio sorprendente, un team di astronomi ha utilizzato la sismologia stellare, o lo studio delle oscillazioni stellari, per misurare con precisione la distanza delle stelle dalla Terra.
Per questo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Astronomia e astrofisicaI ricercatori hanno utilizzato i dati della missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea, lanciata 10 anni fa. I dati raccolti dal satellite Gaia hanno fornito misurazioni astronomiche tra cui la posizione, la distanza dalla Terra e il movimento di quasi due miliardi di stelle, spiega un comunicato stampa dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL).
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Attualmente, gli scienziati usano la parallasse – la differenza nella posizione apparente di un oggetto visto lungo due diverse linee di vista – per misurare la distanza dalle stelle. Utilizzando il satellite di Gaia, gli angoli di parallasse sono stati misurati attraverso una forma di triangolazione tra la posizione di Gaia nello spazio, il Sole e la stella in questione. L’affermazione spiega che quanto più lontana è la stella, tanto più difficile è misurarla perché la parallasse diminuisce all’aumentare della distanza.
Il team di scienziati dell’EPFL e dell’Università di Bologna in Italia ha eseguito calcoli su oltre 12.000 stelle giganti rosse oscillanti, il campione più grande e la misurazione più precisa fino ad oggi. Usarono l’astrosismologia, in particolare le vibrazioni e le oscillazioni delle stelle, per comprendere meglio le loro proprietà fisiche.
Le oscillazioni stellari vengono misurate come piccoli cambiamenti nell’intensità della luce e vengono tradotte in onde sonore. La dichiarazione aggiunge che ciò porta ad uno spettro di frequenza di queste oscillazioni, che aiuta gli astronomi a determinare quanto è lontana la stella.
In questo studio gli astronomi hanno ascoltato la “musica” di milioni di stelle, alcune delle quali si trovano a 15.000 anni luce di distanza. “Analizzando lo spettro di frequenza delle oscillazioni stellari, possiamo stimare la dimensione di una stella, proprio come si può determinare la dimensione di uno strumento musicale dal tipo di suono che produce – pensa alla differenza di altezza tra un violino e un violoncello ”, spiega l’autore dello studio Andrea Meglio nella dichiarazione.
Gli astronomi hanno quindi determinato la sua luminosità e l’hanno confrontata con la luminosità vista qui sulla Terra. Hanno analizzato questi dati insieme alle letture della temperatura e della composizione chimica ottenute dalla spettroscopia per calcolare la distanza dalla stella. Nella fase finale, gli astronomi hanno confrontato le parallassi ottenute in questo processo con quelle riportate da Gaia per verificare l’accuratezza delle misurazioni del satellite.
“L’astrosismologia è l’unico modo con cui possiamo verificare l’accuratezza della parallasse di Gaia in tutto il cielo, cioè per le stelle a bassa e alta intensità”, spiega l’autore principale Richard Anderson nella dichiarazione.