Dipendenti della TV italiana sospettati di aver rubato decine di opere d’arte | Italia

Dipendenti della TV italiana sospettati di aver rubato decine di opere d’arte |  Italia

I “dipendenti sleali” dell’emittente pubblica italiana, Ray, sono sospettati di aver rubato dozzine di opere d’arte dai suoi uffici che si ritiene risalgano agli anni ’70.

In quello che il quotidiano Il Messaggero ha descritto come un “sacco della rai”, opere d’arte “inestimabili” sono state rimosse dalle sedi radiofoniche di Roma e dalle unità di tutto il paese e sostituite con falsi. Le opere comprendevano dipinti originali di Renato Guttuso e incisioni di Claude Monet e Amedeo Modigliani.

I vertici della Rai hanno scoperto per caso che i pezzi erano stati rubati, qualche mese fa, quando un dipinto è caduto dal muro nell’ufficio della sede Rai, e dalla cornice rotta è risultato essere una copia dell’Architettura originale di Otton Rossay .

L’incidente è stato segnalato alla Polizia d’Arte italiana, che ha subito identificato il colpevole, un dipendente Rai in pensione che ha confessato di aver rubato il dipinto originale e di averlo venduto per 25 milioni di lire negli anni ’70. L’uomo non dovrà affrontare la giustizia perché sono scaduti i termini di prescrizione del reato.

Ray ha quindi cercato nel suo catalogo di opere d’arte, molte delle quali acquistate negli anni ’60 e ’70, e ha scoperto che mancano 120 opere originali, tra cui statue in bronzo e oro dello scultore Francesco Messina. La polizia ritiene che la maggior parte dei furti siano avvenuti dal 1996, anno in cui la Rai tenne una mostra delle sue opere nella città pugliese di Lecce.

Il Messaggero riferisce che la polizia ritiene che dietro il resto dei furti ci sia “personale sleale”.

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Tra le opere rubate ci sono un’incisione di Monet del Paysage de Verneuil, insieme a un’incisione di Betty Fels di Modigliani e una di Alfred Sisley di Hampton Court.

Altri dipinti rubati domenica includono Good People di Guttuso, Life in the Fields di Giorgio de Chirico, il Colosseo di Giovanni Stradoni e il Porto di Genova di Francesco Menzio.

ha detto Giuseppe Scarpa, giornalista che ha seguito l’inchiesta sul caso Gazette.

Celestino Traglia

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