L’Italia ha ordinato a 59 persone di essere processate per il crollo di un ponte a Genova

L’Italia ha ordinato a 59 persone di essere processate per il crollo di un ponte a Genova

Giovanni Castellucci, CEO di Autostrade per l’Italia, sottolinea durante una conferenza stampa sul crollo del Ponte Morandi a Genova, 18 agosto 2018. REUTERS / Massimo Pinca / File Photo

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GENOVA, 7 aprile (Reuters) – Un giudice italiano ha ordinato giovedì a 59 persone, tra cui l’ex amministratore delegato di Atlantia (ATL.MI), di essere processate per il crollo fatale del ponte di Genova quattro anni fa, riferiscono fonti giudiziarie. Reuters.

Le fonti hanno aggiunto che il processo partirà a Genova il 7 luglio.

Il ponte terrestre, gestito dall’unità autostradale di Atlantia Autostrade in Italia, è crollato nella città portuale il 14 agosto 2018, provocando la morte di 43 persone ed esponendo lo stato disastroso delle fatiscenti infrastrutture italiane.

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Paola Vecini, la madre di una delle vittime, giovedì ha pianto fuori dall’aula.

“Ai familiari delle altre vittime dico loro forza e coraggio e otterremo giustizia”, ​​ha detto.

Il giudice Paola Fagioni, al termine di un’udienza preliminare a porte chiuse iniziata lo scorso ottobre, ha accolto anche la transazione proposta da Autostrade e dalla consociata SPEA per chiudere il caso.

Autostrade si è offerta di pagare 1 milione di euro (1,1 milioni di dollari) di risarcimento e 26 milioni di euro di risarcimento allo Stato italiano per il caso, mentre Spea ha proposto 810.000 euro di transazione.

Lo scorso giugno i pm italiani hanno chiesto il processo ad Autostrade, Spea e 59 persone, ma i pagamenti significano che le società non saranno più coinvolte. Per saperne di più

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I privati, Autostrade e SPEA hanno affermato la loro innocenza per il crollo del ponte. L’accordo non prevede alcuna ammissione di illecito da parte delle due società.

L’avvocato di Castellucci, Giovanni Paolo Acini, ha dichiarato giovedì che le accuse contro il suo cliente “cadranno come una foglia d’autunno”.

Il crollo ha innescato un contenzioso tra Atlantia e governo che si è concluso lo scorso giugno con la vendita della partecipazione di controllo di Atlantia in Autostrade all’istituto di credito statale Cassa depositi e prestiti (CDP) e ai partner di investimento.

In un documento sui risultati dell’indagine visto da Reuters, i pubblici ministeri hanno affermato l’anno scorso che il crollo è stato causato dalla rottura dei cavi portanti all’interno del pilastro del nono pilastro del ponte, che è stato eroso da un’atmosfera altamente corrosiva in 51 anni di vita del ponte. Per saperne di più

Il documento affermava che i dirigenti delle unità di Atlantia Autostrade e SPEA avevano evitato gli opportuni controlli sullo stato delle infrastrutture e non avevano corretto i gravi problemi che iniziarono ad emergere solo pochi anni dopo l’apertura del ponte nel 1967.

(1 dollaro = 0,9163 euro)

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(Reportage aggiuntivo di Emilio Parodi; Montaggio di Maria Pia Quaglia e Keith Weir

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Celestino Traglia

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