L’Italia vieta ai migranti maschi di sbarcare dalle navi di soccorso

L’Italia vieta ai migranti maschi di sbarcare dalle navi di soccorso

Immagine per gentile concessione di SOS Organizzazione umanitaria

Inserito il 7 novembre 2022 19:48 da

Dirigente marittimo

Il governo di destra italiano sta testando un nuovo approccio per le navi di soccorso delle ONG, che trasportano i migranti marittimi nel Mediterraneo centrale e li portano in salvo a Lampedusa e in Sicilia. Invece di aprire o chiudere completamente i porti, i funzionari italiani stanno scegliendo in quali migranti saranno ammessi, lasciandone a bordo centinaia, tutti uomini adulti, secondo gli operatori delle navi di soccorso.


Le navi di soccorso delle Ong rappresentano una percentuale relativamente piccola degli arrivi di migranti in Italia, ma sono emblematiche di una questione importante nella politica italiana: se le 50-100.000 persone che arrivano via mare debbano essere aiutate o escluse ogni anno. Il neoeletto presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in campagna elettorale ha espresso una chiara posizione anti-immigrazione. In precedenza ha suggerito che le autorità dovrebbero “riportare i migranti nei loro paesi e poi affondare le barche che li hanno salvati”, e in recenti interviste ha affermato che i flussi di migranti dovrebbero essere “gestiti” per garantire la sicurezza delle frontiere.


Sotto la guida del nuovo sottosegretario all’Interno della Meloni, Matteo Bentidosi, sono in prova le navi di soccorso delle Ong. Quattro di loro hanno fatto domanda per entrare nei porti della Sicilia la scorsa settimana e non hanno ricevuto risposta. Domenica, la nuova amministrazione sembrava fare marcia indietro: in un decreto, Piantedosi ha consentito l’ingresso di navi selezionate, ma solo per il tempo necessario ad assistere i sopravvissuti in “condizioni di emergenza e in condizioni di salute precarie”.


Domenica e lunedì i funzionari portuali hanno permesso a una nave di entrare a Reggio Calabria e ad altre due a Catania. All’arrivo, i medici sono saliti sull’aereo e hanno selezionato manualmente quelli “a rischio” per lo sbarco.


Sulla base dei resoconti delle ONG, le persone selezionate per l’ingresso includevano tutte le donne e tutti i bambini, lasciando dietro di sé solo uomini adulti. 215 uomini sono ancora a bordo della nave di soccorso Geo Barents e altri 35 in poi Umanità 1.


Il Umanità 1 Secondo l’operatore SOS Humanity, è stato incaricato di lasciare il porto con il resto delle operazioni di soccorso rimaste a bordo. Il capitano della nave si rifiutò di partire, rivendicando “il dovere di completare il salvataggio degli afflitti facendo sbarcare tutti i sopravvissuti”. SOS Humanity ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione di Piantedosi al tribunale di Roma.


Medici Senza Frontiere, operatore Geo Barents, ha rilasciato una dichiarazione simile. “L’operazione di salvataggio può essere considerata completa solo dopo che tutti i sopravvissuti hanno raggiunto la sicurezza”, ha affermato MSF. “Gli sbarchi parziali e selettivi, come proposto nel decreto del governo italiano, sono spaventosi; non possono essere considerati legali secondo le convenzioni marittime”.


Se il processo di selezione rappresentasse una politica permanente, escluderebbe gran parte degli immigrati. Il 75 per cento di tutti gli arrivi via mare in Italia sono uomini adulti, secondo l’UNHCR, seguiti da bambini (19 per cento) e una piccola minoranza di donne (6 per cento).


Dal canto suo, l’amministrazione Meloni sostiene che i due Stati di bandiera delle navi di salvataggio (in questo caso Norvegia e Germania) dovrebbero assumersi la responsabilità dello sbarco delle operazioni di soccorso. SOLAS richiede ai pionieri di consegnare le operazioni di salvataggio in un porto sicuro, ma non specifica un ruolo per la gestione della bandiera.

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Celestino Traglia

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