Un’isola italiana paradisiaca e priva di turisti con una cucina raffinata e fantastici sentieri escursionistici

Un’isola italiana paradisiaca e priva di turisti con una cucina raffinata e fantastici sentieri escursionistici

“Vuoi dire Capri?”

Questa è la risposta più comune quando dici alle persone che stai andando verso l’isola italiana di Capria. Ma gli abitanti di questa zattera di montagna situata tra la costa toscana e la Corsica non sono infastiditi dalla confusione. Gli sta bene. Sanno che quegli intrepidi visitatori che fanno la lunga traversata in traghetto da Livorno non fanno il giro delle scatole in un grande giro d’Italia. Rimangono qui proprio perché non è Capri.

Entrambe le isole derivano probabilmente il loro nome dalla parola italiana per capra: “capra”. Entrambi sono luoghi aspri di selvaggia bellezza – fatta eccezione per uno – Capri – che è stato scoperto dal gruppo di aerei italiani e internazionali ed è diventato l’epitome del fascino e del lusso mediterraneo, mentre l’altro – Capraia – è rimasto semplice e relativamente inesplorato.

Una spiegazione per questo è che Capraia non è il posto più facile da raggiungere. Il traghetto da Livorno impiega quasi tre ore e, anche in alta stagione, ci sono solo nove traversate a settimana, rendendo inutili le gite di un giorno. Un’altra ragione per cui Capraia è rimasta fuori dai radar del turismo italiano per così tanto tempo ha a che fare con il fatto che fino al 1986 due terzi dell’isola era occupata da una colonia penale. Sebbene avesse anche isolani “normali”, la denominazione di “isola della prigione” era una svolta per tutti tranne che per i visitatori più avventurosi.

Perché è ora di visitare ora

Sebbene Capraia sia ancora considerata una destinazione isolana incontaminata anche dalla maggior parte degli italiani, è un segreto condiviso da un crescente gruppo di appassionati. Un’attrazione è proprio ciò che un tempo era un deterrente: l’ex colonia penale. Attivo da più di un secolo, era un carcere abbastanza aperto: i prigionieri piantavano i terrazzamenti e andavano anche a pescare su una barca guidata dalle guardie. Dopo la sua chiusura, i suoi edifici coloniali del XIX secolo, le terrazze piantumate e gli acri di natura selvaggia sono diventati una destinazione memorabile a sé stante per escursionisti e appassionati di mountain bike. Oltre ai mari che circondano l’isola, oggi hanno lo status di riserva nazionale, il che significa che nessun club med o resort di lusso sorgerà qui a breve.

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Celestino Traglia

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