Vladimir Putin ha guidato un taxi all’indomani del crollo dell’Unione Sovietica

Vladimir Putin ha guidato un taxi all’indomani del crollo dell’Unione Sovietica

MOSCA – Il presidente Vladimir Putin ha lamentato il crollo dell’Unione Sovietica tre decenni fa come la fine di quella che ha definito la “Russia storica” ​​e ha affermato che la crisi economica che ne è seguita è stata così grave che ha dovuto lavorare come tassista.

I commenti di Putin, riportati domenica dalla televisione di stato, rischiano di alimentare speculazioni sulle sue intenzioni di politica estera tra i critici, che lo accusano di complottare per ristabilire l’Unione Sovietica e di contemplare un attacco all’Ucraina, un’idea che il Cremlino ha respinto come apprensione. -Promozione.

“È stata la disintegrazione della Russia storica sotto il nome di Unione Sovietica”, ha detto Putin dall’agenzia di stampa RIA, nei commenti trasmessi domenica come parte di un documentario intitolato “Russia. Una nuova storia”.

“Ci siamo trasformati in un paese completamente diverso. Ciò che è stato costruito in mille anni è in gran parte perduto”, ha detto Putin, osservando che 25 milioni di russi nei paesi di nuova indipendenza si sono trovati improvvisamente tagliati fuori dalla Russia, parte di quello che ha definito un ” grande tragedia umana».

Putin ha anche descritto per la prima volta come è stato personalmente colpito dai difficili periodi economici seguiti al crollo sovietico, quando la Russia soffriva di un’inflazione a due cifre.

“A volte (io) dovrei andare al chiaro di luna e guidare un taxi. È spiacevole parlarne ma, sfortunatamente, è successo anche questo”, ha detto il presidente.

Putin, che ha prestato servizio nel KGB dell’era sovietica, in precedenza aveva definito il crollo dell’Unione Sovietica governata da Mosca “la più grande catastrofe geopolitica” del XX secolo, ma i suoi nuovi commenti mostrano come esattamente fosse visto come una battuta d’arresto per il potere russo .

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L’Ucraina era una delle 15 repubbliche sovietiche e Putin ha utilizzato un lungo articolo pubblicato quest’anno sul sito web del Cremlino per spiegare perché crede che il vicino meridionale della Russia e il suo popolo siano parte integrante della storia e della cultura russa. Questa visione è stata respinta da Kiev come una versione della storia politicamente motivata ed eccessivamente semplicistica.

L’Occidente ha accusato la Russia di aver ammassato decine di migliaia di soldati vicino all’Ucraina in preparazione di un possibile attacco già a gennaio. Domenica il Gruppo delle sette democrazie ricche ha avvertito Mosca delle terribili conseguenze e dei costi elevati se avesse attaccato l’Ucraina.

Il Cremlino ha affermato che la Russia non ha intenzione di lanciare un nuovo attacco all’Ucraina e che l’Occidente sembra essersi convinto delle intenzioni aggressive di Mosca sulla base di quelle che definisce false storie dei media occidentali.

La Russia ha annesso la regione ucraina della Crimea nel 2014 e ha sostenuto i separatisti che hanno preso il controllo di parte dell’Ucraina orientale quello stesso anno e che continuano a combattere le forze governative ucraine. (Segnalazione di Andre Ostroch e Andrew Osborne; Montaggio di Praveen Shar e Frances Kerry)

Sergio Venezia

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