L’Italia rilascerà un massimo di 67.000 permessi di lavoro a cittadini di paesi terzi nel 2022

L’Italia rilascerà un massimo di 67.000 permessi di lavoro a cittadini di paesi terzi nel 2022

Il Ministero dell’Interno italiano ha reso noto il numero massimo di permessi di lavoro che possono essere rilasciati ai lavoratori extracomunitari, stagionali e non, nonché ai lavoratori autonomi.

Il ministero ha indicato in un comunicato stampa in cui ha annunciato la decisione presa in merito alla quota massima per questi lavoratori, precedentemente approvata il 21 dicembre 2021 e ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale, che la quota massima per il 2022 è di 69.700 .

27700 azioni [are reserved] Per imprese secondarie e trasferimenti non stagionali e autonomi, rileva il ministero.

Indica inoltre che sono stati riservati 20.000 permessi di lavoro della quota complessiva per motivi legati al lavoro secondario non stagionale nei settori del trasporto merci conto terzi, delle costruzioni e del turismo alberghiero ai cittadini dei seguenti paesi:

  • Albania
  • Algeria
  • Bangladesh
  • Bosnia Erzegovina
  • salvatore
  • Etiopia
  • Gambia
  • Ghana
  • Guatemala
  • India
  • Costa d’Avorio
  • Giappone
  • Kosovo
  • Finanziario
  • Maurizio
  • Moldavia
  • la Montagna Nera
  • Marocco, Ovest, tramonto
  • Niger
  • Nigeria
  • Macedonia del Nord
  • Pakistan
  • filippine
  • La Repubblica di Corea
  • Senegal
  • Serbia
  • Sri Lanka
  • Sudan
  • Tunisia
  • Ucraina

I restanti 7.700 permessi sono suddivisi tra le categorie di cittadini di paesi terzi che hanno completato programmi di formazione e istruzione nel proprio Paese di origine, lavoratori di origine italiana residenti in Venezuela e lavoratori autonomi.

Il ministero ha osservato che le domande per questi tipi di permessi di lavoro possono essere presentate dal 27 gennaio alle 9:00.

Gli altri 42.000 permessi di lavoro per lavoro secondario nei settori agricolo, turistico e alberghiero saranno assegnati a lavoratori provenienti da Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia ed Erzegovina, Repubblica di Corea, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.

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All’interno di tale quota sono riservati 14.000 permessi ai lavoratori degli stessi Paesi le cui domande saranno presentate, in nome e per conto dei datori di lavoro, dai seguenti enti: Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative (tra cui Lega e Collaboratore), rileva il ministero.

Contestualmente, le quote saranno ripartite tra regioni e province autonome dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano.

Le iscrizioni apriranno dal 1 febbraio alle ore 9.00.

Secondo i dati ufficiali, solo nel 2019 in Italia lavoravano due milioni e mezzo di non italiani, ovvero il 10,7 per cento della forza lavoro totale del Paese. Di questi, 642.000 erano impiegati nei servizi collettivi e personali, 466.000 nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e altri 235.000 nell’edilizia.

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Celestino Traglia

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