Un’esplosione scuote Riyadh, tre giorni dopo l’intercettazione di una granata Notizie di conflitto

Un’esplosione scuote Riyadh, tre giorni dopo l’intercettazione di una granata  Notizie di conflitto

Nessuna reazione immediata dall’Arabia Saudita, che ha dovuto affrontare attacchi missilistici e di droni da parte dei ribelli Houthi.

Una potente esplosione ha scosso Riyadh oggi, martedì, tre giorni dopo che il regno ha intercettato un proiettile sparato sulla capitale saudita.

Non c’è stata alcuna risposta immediata dall’Arabia Saudita, che è stata oggetto di frequenti attacchi missilistici o di droni da parte dei ribelli Houthi nel vicino Yemen dal 2015.

Testimoni hanno detto che l’esplosione ha fatto tremare le finestre nella capitale saudita intorno alle 13:00 (10:00 GMT). Alcuni residenti hanno riferito di aver sentito due esplosioni sui social media.

Il canale di proprietà saudita Al-Arabiya ha citato notizie locali di un’esplosione e video circolati sui social media di un missile intercettato su Riyadh.

Sabato la TV di Stato ha detto che la coalizione guidata dai sauditi, che sostiene il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, contro gli Houthi, ha detto di aver intercettato e distrutto un “bersaglio aereo ostile” diretto a Riyadh.

La breve dichiarazione non specificava l’origine del bersaglio e gli Houthi dissero di non essere coinvolti.

L’aeroporto internazionale King Khalid di Riyadh ha detto che ci sono stati diversi ritardi nei voli a seguito dell’incidente di sabato.

L’Arabia Saudita ha guidato un intervento militare contro gli Houthi dal 2015 ed è stata ripetutamente presa di mira con attacchi transfrontalieri.

Eppure è raro che droni o missili lanciati dagli Houthi raggiungano la capitale del regno, a circa 700 chilometri (435 miglia) dal confine.

L’incidente arriva pochi giorni dopo che Joe Biden ha prestato giuramento come presidente degli Stati Uniti, succedendo a Donald Trump.

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L’amministrazione Biden lunedì ha congelato le sanzioni imposte al coinvolgimento degli Houthi per un mese durante la revisione della “lista nera del terrorismo” imposta da Trump, che le organizzazioni umanitarie hanno avvertito aggraveranno una crisi umanitaria già devastante.

I gruppi umanitari affermano di non avere altra alternativa che occuparsi dei ribelli che controllano gran parte dello Yemen, compresa la capitale, Sanaa.

Sergio Venezia

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