Fonti: l’Italia potrebbe spostare 2 miliardi di euro dai tagli alle tasse al controllo dei prezzi dell’energia

Fonti: l’Italia potrebbe spostare 2 miliardi di euro dai tagli alle tasse al controllo dei prezzi dell’energia

Il primo ministro italiano Mario Draghi guarda durante una conferenza stampa dopo aver firmato un accordo con il presidente francese Emmanuel Macron per cercare di ribaltare gli equilibri di potere in Europa, a Villa Madama a Roma, Italia, 26 novembre 2021. REUTERS/Remo Caselli

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ROMA (Reuters) – L’Italia sta valutando di raccogliere quasi 2 miliardi di euro (2,27 miliardi di dollari) in fondi per frenare i prezzi dell’energia il prossimo anno, utilizzando risorse precedentemente pianificate per tagliare reddito e tasse sulle società, hanno affermato tre fonti governative.

Con l’impennata dei prezzi globali dell’energia, il governo di Mario Draghi ha già speso più di 4 miliardi di euro quest’anno cercando di contenere le bollette compensando le aziende che accettano di limitare le loro tariffe.

Draghi ha stanziato altri 2 miliardi di euro per il prossimo anno nel budget 2022 approvato dal governo ad ottobre, ma con le pressioni sui costi energetici che continuano a guidare l’inflazione dei prezzi al consumo, il governo sta ora valutando di raddoppiare tale importo.

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Le fonti, che hanno chiesto di non essere nominate per la delicatezza della questione, hanno affermato che i fondi potrebbero essere reperiti perché il governo utilizzerebbe meno degli 8 miliardi di euro stanziati in bilancio per tagliare le tasse sul reddito e sulle imprese.

Con il Tesoro che mira a ridurre il deficit di bilancio al 5,6% del PIL nel 2022 dall’obiettivo del 9,4% di quest’anno, le risorse sono limitate.

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Una delle fonti ha affermato che il governo dovrebbe discutere la questione venerdì.

Il taglio delle tasse si concentrerà principalmente sull’imposta sul reddito (IRPEF), riducendo il numero delle aliquote fiscali a quattro da cinque, con il beneficio maggiore che andrà ai contribuenti a reddito medio che guadagnano tra 28.000 e 55.000 euro all’anno.

Secondo un accordo preliminare raggiunto tra le parti in causa, la prima fascia d’imposta sul reddito annuo tra 8.000 e 15.000 euro sarà lasciata al 23%. La seconda fascia, tra 15.000 e 28.000 euro, sarà ridotta al 25% dal 27%.

La terza fascia, su redditi da 28.000 a 55.000 euro, riceverà una significativa riduzione al 35% dal 38%.

La quarta fascia, su ricavi da 55.000 a 75.000 euro, passerà dal 41% al 43%. Questa è l’aliquota attualmente applicata ai redditi superiori a 75.000 euro, eliminando di fatto la fascia dell’imposta sul quinto.

Draghi ha incontrato questa settimana le delegazioni dei partiti della sua coalizione nazionale per elaborare i dettagli della riforma fiscale.

(1 dollaro = 0,8828 euro)

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Montaggio di Kirsten Donovan

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