Più di 1.000 sindaci chiedono al presidente del Consiglio italiano di restare

Più di 1.000 sindaci chiedono al presidente del Consiglio italiano di restare

ROMA (Reuters) – Più di 1.000 sindaci italiani hanno firmato domenica una petizione per invitare il presidente del Consiglio Mario Draghi a riconsiderare le sue dimissioni e guidare il Paese attraverso le acque agitate dell’inflazione dilagante, delle riforme dell’Unione europea e della guerra.

“Il governo deve andare avanti”, recita la petizione, firmata dai sindaci da Firenze a Roma e Venezia.

Giovedì Draghi ha presentato le sue dimissioni al presidente italiano, ma gli è stato chiesto di prendersi del tempo per vedere se è possibile continuare nell’attuale governo fino alle elezioni generali all’inizio del prossimo anno.

Si prevede che mercoledì si rivolgerà al parlamento per presentare il suo piano per mantenere in vita il governo o per ribadire la sua convinzione che la sua unica opzione sia quella di lasciare il timone della terza economia più grande della zona euro.

La petizione dei sindaci ha criticato il “comportamento irresponsabile” del Movimento Cinque Stelle, un membro della coalizione di governo che ha tenuto un voto di fiducia la scorsa settimana, una mossa che Draghi ha avvertito che farebbe cadere il governo.

L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il leader di estrema destra Matteo Salvini, entrambi partiti nella coalizione di Draghi, hanno dichiarato domenica di non poter più governare con cinque stelle, a causa della sua “incompetenza e inaffidabilità”.

Una dichiarazione congiunta afferma che Berlusconi e Salvini sono “pronti” per andare alle urne “anche molto presto”, se necessario.

I sindaci hanno detto che stavano osservando lo svolgersi degli eventi con “incredulità e ansia”.

“Le nostre città … non possono resistere alla crisi di oggi, che significa stagnazione e divisione, dove ora sono necessarie azione, credibilità e serietà”, si legge nella petizione.

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Recupero post-pandemia ed emergenze sociali significano “ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezza e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città.

“Perché senza quelli rinati, neanche l’Italia rinascerebbe”, ha detto.

Pubblicato in Alba, 18 luglio 2022

Celestino Traglia

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