Le cellule cerebrali umane coltivate nei topi offrono una “opzione più etica” per lo studio delle malattie neurologiche

Le cellule cerebrali umane coltivate nei topi offrono una “opzione più etica” per lo studio delle malattie neurologiche

La nostra comprensione del funzionamento interno del cervello umano è stata a lungo ritardata a causa della difficoltà pratica ed etica di osservare i neuroni umani che si evolvono, comunicano e interagiscono. [October 12] in Nuovo studio pubblicato in temperare la naturaneuroscienziati della Stanford University guidati da Sergio Baška Riferiscono di aver trovato un nuovo modo di studiare i neuroni umani, trapiantando tessuto cerebrale simile a quello umano in topi che avevano solo pochi giorni, quando i loro cervelli non erano ancora completamente formati. I ricercatori hanno dimostrato che i neuroni umani e altre cellule cerebrali possono crescere e integrarsi nel cervello di ratto, diventando parte di circuiti neurali funzionali che elaborano le sensazioni e controllano aspetti del comportamento.

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Utilizzando questa tecnologia, gli scienziati dovrebbero essere in grado di creare nuovi modelli in vivo per un’ampia gamma di disturbi dello sviluppo neurologico, comprese almeno alcune forme di disturbo dello spettro autistico. I modelli sarebbero altrettanto pratici per gli studi di laboratorio nelle neuroscienze quanto gli attuali modelli animali, ma sarebbero migliori per i disturbi umani perché sarebbero costituiti da vere cellule umane in circuiti neurali funzionali. Potrebbero essere obiettivi ideali per i moderni strumenti di neuroscienza che sono troppo invasivi per essere utilizzati nei veri cervelli umani.

Una sezione trasversale del cervello di un topo da laboratorio rivela l’estesa crescita di un organello cerebrale umano (area luminosa a sinistra) impiantato al suo interno. Un nuovo lavoro mostra che il tessuto umano non solo cresce, ma forma connessioni funzionanti con i neuroni del cervello di ratto. Credito: Pasca Lab / Stanford

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Giustina Rizzo

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