Milan 37, Inter 36, Roma 33, Juventus 30 (Con la gara contro il Napoli in ripresa). Torneo davvero fantastico, emozionante e sorprendente. Le due nel magazzino della Bifana Grandi sorprese Vengono da Marassi e Diego Maradona: Sconfitte inaspettate per Inter e Napoli Hanno costretto nerazzurri e azzurrite a cantilenare (per una volta nella vita) lì Sei. Missione compiuta, anche se 3-1 a San Siro Rallenta la fuga dei rossoneri Riaprono le ambizioni bianconere di centrare il decimo (scudetto consecutivo). A proposito di numeri: L’imbattibilità di Bioli si ferma a 27 Che in un impegno diretto con la mizza, risente principalmente del diverso “peso” dei due sedili. Da questo rossonero – con tutto il rispetto – si sono svegliati Conte, Calolo e Maldini; Dalla Juventus, Kulusevski (passaggio decisivo per la vittoria), Makeni (1-3), Arthur e Bernardeschi.
Poker Con la doppietta rifilata a Donnarumma (colonna ancora più impressionante sullo 0-0) Federico Chiesa ha segnato 4 gol nella sua forma alla Scala. Uno, irrilevante, lo aveva raggiunto a inizio stagione indossando la maglia della Fiorentina (un parziale di 2-3 e poi la squadra di Conte che lo ribaltava sul 4-3). Curioso (e vincente) con il gol, il primo a San Siro, che Chiesa ha segnato nella partita poco più di due anni fa: 22 dicembre 2018, Milan-Fiorentina 0-1 con Stefano Pioli, contento di questo traguardo sulla panchina viola.
Comfort Il calcio è come se la vita fosse spesso ingiusta. Quanto ingiusta – in termini di gioco espresso e di occasioni prodotte – è stata secondo noi la sconfitta dell’Inter contro la Sampdoria. Le montagne russe nerazzurre si avvicinano alla fine della serie di vittorie, in attesa della ripartenza (anche se la prossima partita, a Roma, non è delle più semplici …) La squadra di Conte – che almeno a Marassi aveva meritato il pareggio – potrebbe arrivare nelle gare più inaspettate. E ha soprattutto un motivo: l’assenza di Lukaku, o meglio, la sua uscita dalla panchina. Tuttavia, per compensare il falso risultato della Ferrari, è chiaro che ci saranno vittorie meno meritevoli. Come quello di San Siro contro il Napoli. Quando l’Inter ha vinto per 1-0 (rigore di Lukaku) una partita che meritava di perdere.
Legge – Antonio Kandriva aveva 10 anni nel 1997 e nel 1997 Keita Baldi ne aveva solo 2: era il 1997 quando Max Paisalli, già separato dall’ex compagno 883 Mauro Repetto, cantava “La legge della porta stabile”. Quello che ha trasformato in Marassi l’Inter per la “severa legge precedente”. Kandriva, implacabile su rigore, non ha lasciato molti rimpianti ai tifosi nerazzurri: quattro anni, 151 partite e 18 gol con l’Inter tra campionato e coppa. Compositore del doppio Dorian, Keita Baldi è rimasto in nerazzurro per una sola stagione (2018-19) con un totale di 29 partite e 5 gol. Nota di merito: entrambi sono (finalmente …) applauditi. La scarsità di questi tempi (ipocrisia).
Consonante – La prestazione sconcertante di Alexis Sanchez contro la Sampdoria manda fuori battute pessime sul web. Ad esempio, molti denigrano il suo cognome Nino Mirafiglia. Inserendo una consonante (aiuto: la quarta lettera dell’alfabeto) nell’aggettivo. Dove fai un po ‘…
carbonio The Building: Consideriamo Paolo Valery, 42 anni, uno dei dieci arbitri internazionali, uno dei migliori fischietti del nostro calcio. Supponiamo che a Genova dalla Befana non abbia ricevuto altro che un grosso carbone. I primi venti minuti di incubo, per lui, con tre temi entusiasmanti: 1) non si è accorto delle mani di Thorsby (penalità suggerita da Chevy al Var); 2) definisce un calcio di rigore di Lautaro Martinez con correzione Var per massima punizione dal limite; 3) Non vedere le mani di Barilla che portano al vantaggio della Samp (anche in questo caso il salvataggio è attribuito al “varista” Chiffi). In breve, diciamo che Valerie gioca partite migliori.
Fida – Non molti (e “mea culpa mea culpa”, anche lo scrittore) consideravano Pippo Inzaghi all’apice di un seggio in prima divisione. Le prime due stagioni sono state tra i “grandi”, alla guida di Milan e Bologna, in rovina tra deludenti e imbarazzanti. Suor Inzaghi è stato il più umile ad interrogarsi, ripartendo da C (Venezia) dopo la misera stagione rossonera e da B lo scorso anno al Benevento dopo il fallimento del Bologna. Dopo la sua trionfale promozione in A Many (e “mea culpa mea culpa”, anche lo scrittore) Benevento ha regalato a Inzaghi un touchdown pratico prima dell’inizio del torneo. Ebbene: con 21 punti nei primi 16 giorni, il Sannio è la vera rivelazione della stagione. Inzaghi priva Cassandra del suono dei risultati e delle buone prestazioni. Due anni fa di questi tempi (27 gennaio) – perso 0-4 in casa contro il Frosinone – il Bologna riceve Pepo. Esenzione numeri spietati: 14 punti in 21 partite (2 vittorie, 8 pareggi e 11 sconfitte). Con 5 gare in meno di quel tempo, Pippo Inzaghi del Benevento ha raccolto il 50% in più di punti. Silenzio tutte le critiche.
Grande bellezza – La grande bellezza di questo inizio 2021 in casa Verona (o meglio: dove gioca Verona). Impressionante colpo di testa di Zakani domenica scorsa da tre punti a La Spezia; Nella giornata della Befana, l’assist (di solito Zaccagni) del calcio impressionante di Di Marco a Torino.
battere le mani – Il primo del nuovo anno, l’immortale Djiko ha artigliato per suggellare la vittoria per 1-0 sulla Sampdoria. Ieri, con il giocatore bosniaco a riposo, Fonseca ha fatto il passo giusto, affidandosi allo spagnolo Borja Mayoral, attaccante classe ’97 del Real Madrid. Molto bravo in campo: la sua doppietta (prima in Serie A) e il calcio ottenuto (poi trasformato da Mkhitaryan) Roma 3-1 a Crotone. È bravissimo anche ai microfoni: in Italia da poco più di tre mesi la nostra lingua parla meglio di tanti nostri connazionali. E molti dei suoi famosi colleghi che forse sono stati in Italia per due anni e mezzo. Un nome, appunto, un brand casuale: Cr7.