L'Italia ha celebrato il suo raro successo al Sei Nazioni a Roma battendo la Scozia 31-29 sabato, ma a differenza delle precedenti false albe, questo potrebbe essere l'inizio di qualcosa di speciale.
I tifosi allo Stadio Olimpico non vedevano l'Italia vincere dal 2013, e l'inno italiano è stato cantato con più entusiasmo che mai sabato da giocatori visibilmente emozionati e da uno stadio gremito.
“Dove la Vittoria?” È un verso dell'inno nazionale che chiede “Dov'è Vittoria?”, la dea romana che rappresentava gli ideali di successo. Ma la parola “Vittoria” si traduce anche come “vittoria” e “dov'è la vittoria?” è una domanda che ultimamente si pongono gli italiani.
Due settimane fa, l'Italia si è lasciata sfuggire la vittoria sulla Francia, quando la partita è finita in pareggio dopo che Paolo Garbisi ha sbagliato un calcio di rigore.
Sabato, quando all'Italia è stato concesso un rigore contro la Scozia, c'era quasi il senso di un'esperienza passata quando Garbesi si è fatto avanti e la palla è ricaduta dal tee, come nel caso contro la Francia.
Ma questa volta il mediano d'apertura aprì e scappò con un sorriso sarcastico.
Il ct dell'Italia Gonzalo Quesada ha scherzato in conferenza stampa: “Almeno oggi il campo era aperto, perché lasciarlo cadere in campo chiuso era davvero un record mondiale”.
“Paolo è un vero leader. Il suo sorriso post-trasformazione, che sembrava la copia esatta di quello del Lille, è simbolo della forza del suo carattere”.
Dopo che il vantaggio iniziale è stato sprecato nel finale, questa volta l'Italia è riuscita a vincere in rimonta.
Un rigore avrebbe potuto permettere alla Scozia di rubare la vittoria, e hanno continuato la pressione finale tappa dopo tappa, ma l'Italia ha resistito, così come la sua disciplina.
Il capitano Michel Lamarro ha dichiarato: “Dal campo quelle fasi sembrano più difficili, e sicuramente difendere così a lungo senza sbagliare è incredibile, il che deve renderci particolarmente orgogliosi del lavoro svolto”.
Per una volta al fischio finale ci sono state lacrime di gioia invece che di frustrazione.
“Vedere le lacrime dei giocatori e dello staff è stato molto profondo – ha detto Quesada – Dobbiamo fare di più per promuovere tali risultati”.
Quesada è in carica da sole quattro partite e, nonostante l'inizio impressionante, desidera minimizzare i suoi contributi.
Ha detto: “Il merito più grande va ai giocatori e a tutti i dipendenti. Lavoriamo molto e ho passato settimane a convincere i giocatori del loro potenziale e non ho cambiato nulla”.
Questa è già la prima stagione di successo per Quesada e, con il Galles in futuro, non si riposeranno sugli allori.
Lamaro ha detto: “Stasera festeggiamo ovviamente, ma quello che fai domani è ciò che determina la consistenza della squadra, e il nostro domani è ora la strada per Cardiff”.
Un verso dell'inno si traduce così: “Viva l'Italia, si è risvegliata dal suo sonno”, e il futuro sembra luminoso per il rugby italiano.