Il ministro degli Esteri italiano sostiene l’accordo migratorio con l’Albania

Il ministro degli Esteri italiano sostiene l’accordo migratorio con l’Albania

Londra

Martedì il Ministro degli Esteri italiano ha difeso l’accordo migratorio che il suo Paese ha concluso con l’Albania, affermando che non può essere paragonato al piano del Regno Unito per il Ruanda.

Antonio Tajani, intervenendo in Parlamento, ha affermato che il governo presenterà al Parlamento un disegno di legge per ratificare l’accordo raggiunto con Tirana per la creazione di centri per migranti in Albania.

Tajani ha affermato che in base all’accordo in Albania verranno creati due centri nei quali non verranno detenuti più di 3.000 migranti contemporaneamente, ha riferito l’agenzia di stampa statale ANSA.

Ha sottolineato che “la discussione di oggi (sull’accordo) e il voto finale dimostrano che, se ce ne fosse bisogno, il nostro governo non si è mai sottratto al dialogo e al controllo parlamentare, soprattutto su questioni di questa importanza”.

Ha detto che solo i migranti salvati dalle autorità italiane in mare saranno trasferiti nei centri in Albania, il che significa che l’accordo non include quelli salvati dalle navi gestite da ONG o le persone sbarcate sul suolo italiano.

“Non sarà possibile trainare le imbarcazioni dei trafficanti, né dirigere le imbarcazioni delle ONG verso l’Albania… I migranti riceveranno lo stesso trattamento previsto dalla normativa italiana ed europea”. Egli ha detto.

Tajani ha anche sottolineato che non esiste un “mandato esterno per trattare le domande di asilo” verso un Paese terzo.

Ha aggiunto: “Questo protocollo non può essere paragonato all’accordo concluso tra il Regno Unito e il Ruanda”.

Il 15 novembre la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che il piano del governo di inviare richiedenti asilo in Ruanda era illegale.

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Il piano, firmato dall’allora ministro degli Interni britannico Priti Patel e dal ministro degli Esteri ruandese Vincent Biruta nell’aprile 2022, proponeva che i richiedenti asilo che tentavano di entrare nel Regno Unito fossero inviati in Ruanda per il reinsediamento.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha bloccato all’ultimo minuto il primo volo di deportazione verso il Ruanda nel giugno dello scorso anno.

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Celestino Traglia

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