NSla loro penna Cassette postali del Parlamento Il mese scorso, i legislatori italiani sono rimasti sorpresi di trovare un’antologia di discorsi di Silvio Berlusconi. In copertina c’era un ritratto dell’ex primo ministro, con le braccia alzate come espressione dell’adulazione di una folla invisibile. L’opuscolo, intitolato modestamente “Sono Forza Italia” (“Vieni, Italia”, il partito fondato e guidato da Berlusconi), è stata la manovra di apertura per la campagna non detta del magnate dei media di 85 anni per coronare la sua turbolenta carriera eleggendo la Camera dei Rappresentanti alla più alta carica del Paese Italia. Il 3 febbraio scade il mandato dell’attuale presidente, Sergio Mattarella, che ha più volte escluso proroghe. La corsa alla sua successione domina ormai la vita pubblica italiana.
perché? Il presidente trascorre la maggior parte del suo tempo a tenere discorsi, assegnare onorificenze e ricevere dignitari. Lui (non c’è mai stato un presidente donna) ha alcuni poteri significativi, inclusa la responsabilità di sciogliere il parlamento e nominare il primo ministro. Ma quei poteri sono pochi. Ciò che rende la scelta del presidente così importante ora è che tra i ritenuti desiderosi di incarico ci sono l’attuale primo ministro, Mario Draghi, garante di Bruxelles e dei mercati per i quali l’Italia spenderà produttivamente 200 miliardi di euro (225 miliardi di dollari). stare in piedi da ioFondo per la ripresa dalla pandemia.
Qualunque sia il modo in cui va la presidenza può creare un problema. Se Draghi sembra aver fallito nel tentativo di essere scelto come prossimo inquilino del Quirinale, la sua statura e quindi la sua capacità di unire l’ampia coalizione di partiti che lo sostengono saranno diminuiti ma il cui unico denominatore comune è il timore reverenziale. colpisci il rispetto per lui. Tuttavia, se ci fosse riuscito, sarebbe stato necessario trovare un’alternativa che potesse impedire il crollo dell’alleanza eterogenea. Non sarà affatto facile.
In ogni caso, le probabilità di elezioni anticipate saranno ridotte e, se si terrà un voto anticipato, i sondaggi d’opinione attualmente indicano che il risultato sarà un governo di coalizione dominato da due partiti con un passato di confronto con la Commissione europea: i Fratelli di Partito Italia, che affonda le sue radici nel neofascismo, e la Lega Populista Nord. In Italia, i rischi di ciò tendono a essere sottovalutati. Non così altrove. Teneo, una società di consulenza, ha recentemente avvertito che la promozione di Draghi potrebbe “riportare il paese al tumulto politico, minando gli sforzi per attuare le riforme necessarie per garantire lotti regolari di fondi per il recupero”.
Giorgia Meloni dei Fratelli e Matteo Salvini della Lega sostengono nominalmente il loro alleato, mister Berlusconi. Ma è chiaro che i loro interessi in realtà risiedono nel portare il signor Draghi di sopra. Se lui o loro riusciranno a fare a modo loro è un’altra questione: si può trovare una soluzione che consentirà a Draghi di rimanere come primo ministro con una minima perdita della faccia. Enrico Letta, il leader del Pd di centrosinistra, salito in vetta ai sondaggi nelle ultime settimane, vuole che Draghi resti. E le recenti dichiarazioni di personalità di spicco del Movimento Cinque Stelle, che rimane il gruppo più numeroso in parlamento nonostante il crollo nei sondaggi d’opinione dalle precedenti elezioni, suggeriscono che lo stanno facendo anche loro.
Forse più importante di tutti è l’istinto di autoconservazione, sia politica che finanziaria, dei legislatori italiani. A causa della riforma del 2019, il prossimo parlamento avrà circa i due terzi del numero di seggi dell’attuale parlamento. E se le prossime elezioni si terranno prima del 24 settembre 2022, i parlamentari per la prima volta, compresi loro, perderanno il diritto alla pensione. Non per niente Berlusconi fa notare che, se nominato presidente, farà sì che la legislatura prosegua fino alla fine del suo mandato nel 2023. ■
Questo articolo è apparso nella sezione Europa dell’edizione cartacea con il titolo “Indovina chi?”